Sandizza - Ciorosolin

Traversata

Quando salii la Busa da la Sandizza notai che la fascia rocciosa che sostiene il M. Dôf prosegue, oltre l'abisso della Stangia, in Val Granda e poi si esaurisce nella Busa del Ciorosolin. La mia idea era di percorrere le ripide pale sotto le pareti.

Sono salito dal Ciol da la Sandizza per il bel sentiero che percorre la cresta tra il nominato Ciol da la Sandizza e il Ciol da la Stangia (o Fason).

Una volta sui ripidi verdi sotto le pareti ho traversato verso destra.

Raggiunta la Costa da la Val Granda si vede il M. Pramaggiore e...

...anche il pianoro di casera Putha sovrastato dal M. Chiarescons.

La ripida testata della Val Granda.

Alcuni bei tratti di cengia, ma più spesso si va su ripidissimi pendii erbosi dove ci vuole la massima concentrazione.

Intento nel mio procedere ad un tratto mi pare di udire un richiamo, il tipico "ou". Mi fermo incredulo: forse ho udito male ingannato dal rumore dei miei passi. Guardo in su e in giù, passo in rassegna i costoni, ma non vedo alcuno. Mi convinco che forse era il verso di un uccello e riparto. Subito un secondo "ou" distinto e inconfondibile: qualcuno cerca di attirare la mia attenzione! Scruto nuovamente in ogni dove e infine vedo il camoscio al limite del bosco. No, non può essere lui. Continuo a cercare con lo sguardo, ma niente. Mi decido a fotografare il camoscio, poi lui se ne va con quattro balzi.

Oltre la Val Granda mi affaccio in Val Ciorosolin dove le cenge sono molto belle.

Passo sotto questo grande antro da dove scende l'acqua.

Incuriosito salgo ed entro nella grotta.

Trovo la sorgente con una bellissima pozza.

Ancora un breve tratto sotto le pareti e poi recupero il sentiero che passa accanto alla casera Col d'Aniei e con questo scendo in Val Settimana. Mi toccherebbe fare i due chilometri di strada per ritornare all'auto, ma oggi sono fortunato: passa un'auto, mi da un passaggio un signore di Claut che ora abita a San Quirino. Mi chiede dove sono stato e se ho visto animali. Gli racconto della faccenda dei richiami e del camoscio. Scherzosamente gli dico che i camosci non fischiano più e hanno imparato i nostri richiami. Scuote la testa e mi racconta.

Quando ero ragazzino si aveva una stalla sopra Lesis e ci andavo tutte le sere per accudire le capre. Mi capitò di udire un giorno dei colpi nella stalla sopra alla nostra, quella dipinta di rosa, il cui proprietario era morto da tempo, i parenti erano tutti in Belgio e la costruzione restava chiusa e inutilizzata. Per tre giorni di fila mi capitò di udire quei colpi e infine lo dissi a mio padre. Lui si recò dal parroco e fece benedire la stalla rosa. Da allora non si sentirono più rumori. Non era il camoscio che attirava la tua attenzione, ma gli spiriti degli antenati.

Che dite? Devo andare a farmi benedire?